Lucia Gangale
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Fondatore e Direttore scientifico della rivista Reportages Storia e Società

 


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Acquerello cremonese

Cremona - agosto 2005

 

 

 

E' la città dei maestri liutai, della musica, dei notai e degli avvocati. Del torrone e del Torrazzo.

Questa tranquilla parte della provincia padana sembra non amare i clamori, né porre sotto i riflettori le cose che ha. Difatti, nonostante le numerose bellezze che racchiude in sé, non è presa d'assalto dai turisti. Il che ne fa "una città da scoprire".

Da sempre Cremona si identifica con il suo Duomo e con il suo Torrazzo, una delle torri più alte d'Italia. Situato nel centro storico, esso scandisce i ritmi di vita della città, con il suo suono gradevole ed a volte festoso. Non puoi fare a meno di amarlo.

Dopo due giorni che sono a Cremona mi accorgo che il suo suono mi accompagna, lo ammiro col cuore in festa appena arrivata in città, la sera prima, con il mio bagaglio, e quando vado via lo saluto. Ha cullato il mio sonno, ha seguito i miei passi, mi ha rinfrancato lo spirito, si è inserito come interlocutore gradevole e discreto nelle conversazioni con il prossimo.

E poi il Duomo: un'esplosione di bellezza e di ricchezza che lascia veramente ammirati e sbalorditi.

Poco dopo il piazzale della stazione si diparte via Palestro, che presenta una gran quantità di istituti scolastici superiori ed una lunghissima serie di imponenti palazzi signorili la costeggia da tutte e due i lati. I porticati sono maestosi, importanti.

Questa è anche la strada del rinomato Conservatorio, attualmente in fase di ristrutturazione.

A via Palestro comincia anche la pista ciclabile. La bicicletta è infatti il mezzo di trasporto preferito dai cremonesi, dato il territorio completamente pianeggiante. Fin dalla mattina presto a bordo delle loro biciclette sciamano per la città uomini, ragazzi, anziani, donne dalle grandi tette (le "tettass" delle donne sono un'altra caratteristica di cui si parla per Cremona).

  Piazza Stradivari, ai piedi del Torrazzo, è circondata di biciclette in sosta. La piazza è il salotto buono della città, il luogo deputato dai cremonesi per chiacchierare e per prendere il caffè, seduti su graziose sedie di vimini ed appoggiati a tavolini rotondi, anch'essi di vimini, poco distanti dalla loggetta che spicca sulla piazza. Tutto intorno una serie di negozi importanti, come quelli sotto i portici, sul lato sinistro, provenendo dalla stazione, e poi ristoranti, bar, caffetterie. E lì vicino il bellissimo palazzo delle Poste, con i suoi stucchi e le sue decorazioni, e poco più giù il Cinema Tognazzi.

Come succede in tutte le città di provincia di medie dimensioni, l'arrivo del forestiero (soprattutto se con borsone a carico) viene subito notato.

L'atmosfera cittadina è rarefatta, i ritmi di vita rilassati. La gente è civile e riservata, forse troppo riservata. Forse per questo di Cremona si conosce ancora così poco. Eppure i luoghi della cultura sono tanti: il Teatro Ponchielli, il palazzo Trecchi, i palazzi dell'Università (nata da una decina d'anni), tanto per citarne alcuni.

Il colore dominante sembra essere il rosso, quello dei mattoni del Turrass e del Duomo, e dei palazzi del centro, tra cui il palazzo Militi, il palazzo del Comune ed anche il Trecchi, che si presenta con i soffitti superbamente affrescati e con suggestivi portici. Una struttura magnifica. Il Trecchi è stato acquistato da una famiglia milanese. Vi si svolgono concerti, conferenze, mostre.

Le chiese, poi, numerose e sparse per tutto il circondario, testimoniano la fervida devozione dei cremonesi e sono da visitare perchè ognuna di esse racchiude una particolarità, nasconde un piccolo tesoro.

Il patrono della città è sant'Omobono. Era costui un cremonese passato alla storia per la sua grande carità, che gli permetteva di elargire i suoi averi a chiunque ne avesse bisogno. Per questo motivo ancora oggi in città si dice, in dialetto cremonese "Cosa credi che io sia come sant'Omobono?", riferendosi ai limiti economici che ogni persona, presumibilmente, ha.

Per quanto riguarda i punti di ristoro, questi non mancano, ma per il turista, lo studente o il lavoratore che voglia mangiare bene a prezzi popolari, ci sono due mense: quella ferroviaria e quella di via Torriani, dietro al Duomo. Quest'ultima si chiama "44 piatti".

Infine è quasi d'obbligo acquistare un pezzo di torrone, sempre in zona Duomo. Due sono i tipi più diffusi, alla mandorla ed al cioccolato, ma si possono trovare anche spumoni, biscotti da the, sbriciolata, caramelle alla gelatina ed altre prelibatezze. Il tipo di torrone che cattura subito l'attenzione è quello a forma di violino. Anche se vi è da dire che il packaging si limita ad un involto trasparente, mentre a San Marco dei Cavoti, il paese sannita gemellato con Cremona con la quale ha in comune la produzione artigianale di torrone, un'attenzione molto maggiore è rivolta proprio alla confezione, che la rende un oggetto a sé stante, da ammirare e, spesso, da conservare. Senza nulla togliere alla qualità del prodotto, che si trova a livelli di eccellenza.

La vita della città sembra gravitare intorno al suo centro storico.

La città che un tempo ha fatto parte della Repubblica Cispadana, è oggi un luogo dove trovano accoglienza gruppi etnici diversi, in un rapporto rispettoso dei diritti umani, anche se non sempre felice e risolto, soprattutto con la minoranza musulmana.

Note di viaggio __________________________________

 

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