Reportages 2004 - Buona lettura

Fascino e storia delle ville di Roma

 

di Valentino Privitera

Villa Borghese a Roma

    Nell’antica Roma spesso i ricchi patrizi, per dedicarsi agli ozii, abitavano in dimore circondate dal verde, dette horti. Alcuni nuclei originari degli horti, tra il 1500 e il 1700, divennero i giardini entro cui i nobili della corte papale, gli alti prelati ed i ricchi borghesi, si fecero costruire da famosi architetti ville sfarzose. In questi giardini, spesso impreziositi da sculture, fontane, ninfei e giochi d’acqua, furono collocate le collezioni d’arte da esibire quali simboli di potere e ricchezza. Delle numerose ville di Roma, tracciamo qui di seguito un breve profilo di quelle più significative e visitabili, spesso sedi di musei o di istituzioni culturali.

Villa Borghese

    È certamente la più conosciuta delle ville romane, sia per la sua notevole estensione (parliamo di almeno ottanta ettari) sia per le molteplici bellezze e i luoghi di interesse ospitati al suo interno. Prende il nome dal Cardinale Scipione Borghese che ne volle la costruzione agli inizi del XVII secolo.

    Situata tra il Flaminio e i Parioli, area in cui un tempo sorgevano gli horti di Lucullo, è da considerarsi il più importante polmone verde di Roma. Diversi sono gli accessi alla villa dal centro della città. I più noti sono: piazzale Flaminio, Porta Pinciana, i giardini del Pincio, viale delle Belle Arti (accanto alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna). Dentro il parco, fra fontane, architetture, statue, monumenti, panorami mozzafiato, si potrebbe trascorrere un’intera giornata senza accorgersene. Una passeggiata fra le più incantevoli al mondo.

    Innumerevoli sono le bellezze degne di nota: i giardini all’italiana vicino al Casino Borghese, al Casino della Meridiana e intorno all’Uccelliera; viali e sentieri ornati di statue e fontane; il Giardino del Lago così chiamato perché si estende intorno ad un laghetto artificiale; sull’isoletta, un tempietto dedicato ad Esculapio; una copia settecentesca dell’Arco di Settimio Severo. Uno dei luoghi più noti situato all’interno della villa è Piazza di Siena, da sempre scenario di corse di cavalli e caroselli. Per i più piccoli sarà d’obbligo una visita al bioparco (ex giardino zoologico) ospitato dentro la grande villa fin dal 1911.

 

Villa Celimontana

    E’ una delle più curate di Roma e densa di richiami storici, situata sul colle del Celio, con ingresso da Piazza della Navicella. La storia della villa ha inizio nel 1553, anno in cui Giacomo Mattei acquistò una vigna situata tra il Vicus Scauro e S.Maria in Domnica alla Navicella. Fu poi Ciriaco Mattei discendente del proprietario originario che, alla fine del ‘500 trasformò la vigna in un giardino che ancora oggi mantiene uno splendore fuori dal comune.

    Il suo proprietario faticò non poco a trasformare questo luogo ancora selvaggio in un curatissimo giardino, al centro del quale fece edificare il casino sede di una splendida collezione di antichi bronzi e sculture. Il giardino, arricchito di marmi antichi, bassorilievi, palme, piante esotiche e persino di un obelisco, divenne luogo di sosta per i pellegrini che facevano il giro delle sette chiese.

    I successori di Ciriaco Mattei lo ampliarono e trasformarono in un complesso ordito di viali; lo spazio fu suddiviso e delimitato da aiuole geometriche dando così luogo ai giardini segreti, nascosti tra alte siepi in una sorta di labirinti con apparizioni improvvise di statue e fontane secondo il gusto scenografico barocco.

    Dopo la I Guerra Mondiale la villa divenne proprietà dello Stato Italiano e nel 1926 passò finalmente al Comune di Roma che ne fece un parco pubblico e qui ubicò la Società Geografica Italiana. Oggi la villa è uno dei parchi più frequentati della città e oltre alla sua bellezza offre una delle più ampie e meglio attrezzate aree giochi per bambini circondata da una minipista ciclabile.

 

Villa Sciarra

 

Situata sulle pendici del Gianicolo, incastonata tra i Bastioni delle Mura Gianicolensi costruite da Urbano II, Villa Sciarra con i suoi sette ettari e mezzo è una delle ville più piccole e al tempo stesso una delle più interessanti da un punto di vista botanico e paesaggistico. La villa, il cui ingresso è da Via Calandrelli, è sorta nell’area degli horti di Cesare che dalla collina di Monteverde scendevano fino al Tevere. Dopo diversi passaggi di proprietà, all’inizio del ‘900 fu acquistata da un diplomatico americano, George Wurts, che vi investì molte ricchezze per trasformarla nella forma attuale. 

La vegetazione è ricca e varia, come testimonia la presenza di grandi Cedri, Palme delle Canarie e palme nane, assieme a cipressi, lauri e grandi magnolie a colorare l’ambiente.

Tra i luoghi più pregevoli e caratteristici ricordiamo il chioschetto dei glicini, le fontane dei Putti e della Tartaruga, la statua della Astrologia e l’ampia voliera fatta costruire da G. Wurts per essere adibita all’allevamento dei Pavoni Bianchi, tanto che a quei tempi era conosciuta come la villa dai Pavoni Bianchi.

Proprio di fronte alla Voliera c’è un’altra bellissima fontana forse la meglio conservata, la fontana dei Satiri, molto probabilmente proveniente da una villa lombarda dei Visconti e acquistata dai Wurts e qui trasportata.

Villa Doria Pamphili

    Occorre risalire al 23 ottobre del 1630 per trovare il primo documento che attesti la proprietà pamphiliana nella zona. Si tratta appunto di un atto di compravendita in cui un tal Giacomo Rotolo cedette una vigna di quaranta pezze al Principe Pamphilio Pamphilj per la somma di circa 4000 scudi. Nel corso dei secoli e fino al 1857, questa proprietà venne notevolmente ampliata inglobandone altre 46 limitrofe e raggiungendo così l’attuale conformazione del parco di Villa Doria Pamphilj. Il momento piú significativo per la realizzazione di questo complesso e, in generale, per le sorti della famiglia, avvenne certamente tra il 1644 e il 1652 ad opera di insigni progettisti come l’Algardi e il Grimaldi, al tempo di papa Innocenzo X Pamphilj. A tale periodo risalgono il Casino di Allegrezze, ideato per ospitare le feste e i grandi ricevimenti, il riassetto strutturale del parco nel suo insieme e i Giardini di delizie circostanti il Palazzo, teatro per lungo tempo dei giochi e passatempi della nobiltà romana.

    La caccia rappresentò per lungo tempo il momento piú significativo delle giornate trascorse nella villa, con la conseguente degustazione di cibo a base di cacciagione. Visitando l’enorme parco, di notevole interesse sono le numerose fontane, la cui realizzazione fu resa possibile grazie alla presenza dell’acquedotto romano fatto ristrutturare da Paolo V alla fine dei XIV secolo e dalle successive e numerose concessioni di acque che i Papi fecero alla famiglia Pamphilj. In particolare vi è la Fontana della Regina che sovrasta la prospettiva del laghetto artificiale, meta di numerose passeggiate intorno al Palazzo.

 

 

Villa Giulia

 

 

    Alla realizzazione di questa villa, voluta da Papa Giulio III, hanno lavorato insigni architetti e artigiani tra cui il Vasari, Vignola e Michelangelo. L’attuale villa è solo una piccola parte di quella progettata nel 1550 dai numerosi architetti ed artigiani coinvolti nella sua realizzazione e molto si attinse alle casse pontificie per renderla splendida. Dopo la morte del Papa la villa fu frazionata e l’edificio principale e parte dei giardini passarono alla Camera Apostolica.

    Restaurata nel 1769 per iniziativa di Clemente XIV, divenne proprietà del Regno d’Italia nel 1870 e alla fine del XIX secolo vi fu istituito il Museo di Arte Etrusca.

 

 

Villa Aldobrandini

 

    La villa, che prende il nome dal cardinale Aldobrandini, al quale fu donata agli inizi del ‘600 dallo zio papa Clemente VIII, nel corso del tempo ha subito diverse modifiche, le più traumatiche nel 1876, quando con l’apertura di Via Nazionale ha assunto l’aspetto di un giardino pensile.

L’entrata è in Via Mazzarino, attraverso una scalinata che colma il dislivello con Via Nazionale, uno dei lati su cui affaccia il belvedere. Chiusa nel 1986 per lavori di ristrutturazione, la villa è stata riaperta negli ultimi anni e merita sicuramente una visita per la visione unica che offre sul centro di Roma. Essa offre un rifugio tranquillo e fresco a chiunque voglia allontanarsi dal traffico delle vie centrali adiacenti ed è ricca di piante di vario genere, fra cui camelie di diversi colori.

L’edificio ospitava una ricca pinacoteca, in cui spiccavano le famose Nozze Aldobrandine, il dipinto murale del I sec. d.C. oggi conservato nella biblioteca vaticana.

 

 

Villa Medici

La villa venne innalzata sul Pincio nel 1544 per nome del cardinale Ricci da Montepulciano e soltanto nel 1576 venne acquistata da Ferdinando de’ Medici (da cui deriva il nome che ancor oggi porta) che chiamò a completare i lavori Bartolomeo Ammannati, dando così inizio al periodo del suo maggiore splendore. Dai Medici passò ai Granduchi di Toscana prima ed alla Francia poi. Oggi la villa,in viale della Trinità dei Monti, ospita infatti l’Accademia di Francia, fondata da Luigi XIV nel 1666 per consentire ai giovani pittori francesi di studiare a Roma. Nonostante le vicende legate ai vari possedimenti, la Villa ha conservato nel tempo il suo magnifico splendore. I giardini che si svilupparono lungo i viali delimitati da alte siepi, sono ornati da statue, sarcofagi e fontane. Delle poche statue originali rimaste ricordiamo la Dea Roma, che si trova all’entrata dei giardini, mentre tutte le altre sono perfette imitazioni realizzate negli anni Sessanta. Altri luoghi d’interesse sono lo studiolo del Cardinale de’ Medici e la fontana che sta davanti al portone dell’Accademia, opera di Annibale Lippi, architetto della villa. Dal 1928 l’edificio ospita mostre d’arte.

Ogni domenica è possibile visitare dalle 10 alle 14 i giardini di Villa Medici con il supporto di una guida.

 

 

Villa Corsini

 

   La villa, appartenuta ai Riario, ha ospitato Bramante, Michelan- gelo e la regina Cristina di Svezia, che la trasformò nel ‘600 in un cenacolo di letterati. Nel 1736, quando proprietari della villa erano i Corsini, venne ampliata allo scopo di ospitare la biblioteca e la collezione d’arte della famiglia. La ricca biblioteca, di oltre 30 mila volumi, è ora custodita dall’Accademia dei Lincei, mentre la collezione d’arte costituisce oggi la Galleria Nazionale d’Arte Antica.

    Il giardino, con ingresso da Largo Cristina di Svezia 24, ospita l’Orto Botanico, posto sotto le cure dell’Università "La Sapienza" di Roma, che oggi consta di più di 3500 specie coltivate. In esso ci sono tre diverse serre: la prima, che risale agli inizi del XIX secolo, è detta "serra calda o stufa" ed ospita piante grasse; la seconda e la terza sono adibite alla coltivazione di piante e di orchidee tropicali. Notevole importanza assumono la collezione di felci e quella di bambù che è composta di 50 specie diverse. L’Orto Botanico, nato nel 1278 con Nicolò III che fece istituire in Vaticano un viridiario ricco di piante, non ebbe una fissa dimora fino a quando fu trasferito nei giardini del Palazzo Riario Corsini.

 

 

Villa della Farnesina

 

 

    La villa, in via della Lungara, è notevole soprattutto per l’edificio rinascimentale e per le numerose opere d’arte che contiene. Fu commissionata dal senese Agostino Chigi, divenuto tesoriere di Papa Giulio II, a Baldassarre Peruzzi fra il 1508 e il 1511. Da vero mecenate il Chigi si circondò di numerosi artisti, tra cui Raffaello, ideatore della loggia affrescata con scene ispirate al mito di Amore e Psiche. Chigi aveva costruito la villa per destinarla ai sontuosi ricevimenti che era solito dare per i molti amici, ma soprattutto per i politici e cardinali, sui quali basava i propri interessi. La costruzione è fatta su misura per questi scopi, con sale di rappresentanza riccamente ornate e affrescate. La dimora mutò il suo nome di Villa Chigi quando venne acquistata dai Farnese, nel 1579.

    Nel 1927 la villa è divenuta proprietà del governo italiano e oggi ospita la rappresentanza dell’Accademia dei Lincei e il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe.

 

 

Villa Ada

 

    Il primo nucleo della villa, lungo la Via Salaria, tra la fine del 700 ed i primi dell’800 apparteneva al principe Luigi Pallavicini. Nel censimento redatto nel 1839 la villa fu designata come proprietà Potenziani, i quali nel 1872 la cedettero ai Savoia. La famiglia Reale, allo scopo di farne la propria residenza ufficiale, acquistò successivamente tenute limitrofe prevalentemente rurali. Alla morte di Re Vittorio Emanuele II, nel 1878, il conte Tellfner comprò la villa alla quale impose il nome della moglie Ada (Villa Ada). Nel 1901 i Savoia riacquistarono la villa e la tennero fino alla fine della II Guerra Mondiale, quando i loro possedimenti passarono allo Stato italiano, mentre la proprietà privata rimase agli eredi. Nella parte privata di Villa Ada spiccano palazzine quali la "Villa Reale", ora Ambasciata d’Egitto, o la Villa Polissena, chiari simboli della storia più recente del parco e della sua passata destinazione a residenza privata, prima del Conte Tellfner e poi come riserva di caccia dei Savoia. Altre importanti tracce storiche sono i resti di un insediamento urbano databile al VIII sec. A.C. e conosciuto con il nome di Antemnae. Si trattava di una delle cittadelle fortificate piu’ antiche del Lazio, legata alla storia mitica di Roma. La visita alle vicine Catacombe di Priscilla consente di comprendere appieno come l’area di Villa Ada poggi su una moltitudine di gallerie che si intersecano per molti chilometri su due livelli.Gli ampi spazi che offre Villa Ada ne suggeriscono l’impiego da parte del Comune per manifestazioni e rassegne musicali annuali, mentre la presenza di due percorsi attrezzati consente la pratica di attività fisica per coloro che vogliono mantenersi in forma.

 

 

Villa Carpegna

 

   

    La villa fu realizzata tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento dal cardinal Vicario Gaspare Carpegna, che, sul modello della Villa Baldinotti-Yourk allora appartenente alla sua famiglia, edificò una grande azienda agricola gestita con sistemi innovativi, dotata di una residenza raffinata, il Casino Nobile, ricca di interessanti affreschi. Nella villa si conservavano anche pregevoli sculture antiche, di cui restano alcuni pezzi. Il giardino aveva un ruolo fondamentale, sia perchè sul suo impianto era organizzata tutta la villa sia per

le pregevoli essenze introdotte.

    Successivamente fu arricchita di varianti ed aggiunte, aiuole, larghi viali e fontane ed ebbe diversi proprietari.

    Nel 1937 la costruzione venne smembrata tra collegi religiosi e cooperative ed infine nel 1981, Villa Carpegna e quello che è rimasto del grande parco, con il belvedere ed un ninfeo chiamato "la grotta dell’asino", sono passati al Comune di Roma che li ha attrezzati a verde pubblico.

 

 

Villa Torlonia

 

    Il francese Jean Torlony, dopo vari e fortunati avvenimenti acquisì, oltre al titolo di Marchese, una consistente ricchezza a discapito dello Stato Pontificio e nel 1797 comprò dalla famiglia Colonna una vigna sulla via Nomentana, che comprendeva un casino residenziale ed una tenuta rurale.

    Il complesso sarebbe divenuto una delle più fastose residenze romane attraverso una prolungata serie di lavori commissionati ad illustri architetti come Valadier, Caretti e Jappelli. In seguito a questi lavori: il parco venne ristrutturato, il casino fu trasformato in un edificio più nobile sul modello della Farnesina Chigi, la Capanna Svizzera venne trasformata in Casina delle Civette e furono costruiti il villino Medievale e altri edifici di servizio. Mussolini la elesse a sua residenza nel ventennio e successivamente nel 1946 per circa due anni, ospitò il comando anglo americano, con conseguenze disastrose per tutto il complesso residenziale. Dopo decenni di degrado Villa Torlonia è stata acquistata dal Comune di Roma nel 1978 e destinata ad uso pubblico a carattere culturale e museale.

    Nel sottosuolo del parco vi sono le catacombe ebraiche, costituite da due cimiteri risalenti al III e IV secolo e ornati da pitture con simboli ebraici.

 

Villa Glori

 

    Piccola altura (56 metri) sulla sinistra del Tevere, all’estremità orientale dell’ansa che il fiume traccia prima di volgere decisamente a sud per traversare la città di Roma. Così detta dalla villa di un certo Gliri (o Gloria). Il Parco di Villa Glori fu disegnato da Raffaele De Vico (1923-24), ed è oggi in parte Parco della Rimembranza. Sull’altura di Villa Glori, il 23 ottobre 1867, il "sacro drappello" di settanta rivoluzionari, con a capo Enrico Cairoli e, in sottordine altri noti rivoluzionari, venne sopraffatto da forze di "carabinieri esteri" armati di ottimi chassepots. Enrico Cairoli rimase ucciso mentre i superstiti ripiegarono su Mentana o furono fatti prigionieri. Il Viale principale del Parco, in salita, incrocia il Viale dei Settanta (compagni di Cairoli) e porta al Piazzale dell’Altare, alla colonna commemorativa dei Caduti del 1867 ed al piazzale dove ancora oggi si vede il "tronco secco del mandorlo" che Enrico Cairoli bagnò con il suo sangue. Da qui, il Viale del mandorlo porta al "Casale" dove i Compagni di Cairoli si asserragliarono, a 100 metri un gruppo di querce dedicato ai Caduti Medaglie d’Oro della guerra 1915-18. Dal Piazzale del Parco della Rimembranza ha inizio il Viale Parioli, che attraversa il Quartiere Parioli, fra i più signorili di Roma.

 

Villa Albani

 

    Villa Albani fu eretta tra il 1743 e il 1763 da Carlo Marchionni, che ne fece il suo capolavoro, per il Cardinale Alessandro Albani, grande collezionista di antichità ed amico del Winkelmann, sotto la guida del quale formò nel 1775 una preziosa raccolta di sculture antiche, di cui Napoleone I fece trasportare a Parigi bel 294 pezzi, solo in piccola parte recuperati dopo il 1852.     La collezione, ricostruita con altre opere, passò ai Chigi nel 1852 e nel 1866 fu acquistata da Alessandro Torlonia insieme alla Villa. Oggi costituisce la Galleria Albani. In questa Villa fu firmata la Capitolazione di Roma il 20 settembre 1870.

 

 

 

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