Lucia Gangale
G i o r n a l i s t a

Fondatore e Direttore scientifico della rivista Reportages Storia e Società

 


VIENNA IMPERIALE 

 

La Vienna imperiale respira aria di valzer e profumo di caffè lungo, emana sfarzo ed alimenta il suo turismo con l’intramontabile mito di Sissi, la moglie bellissima di Francesco Giuseppe, il quale, nei suoi 68 anni di regno, trasformò completamente il volto della città, perché voleva farne una capitale europea.

Scopo raggiunto. Oggi la città multietnica e multiculturale affianca i palazzi ottocenteschi a moderni grattacieli ed a megastrutture di rilevanza politica, musicale e culturale.

Vienna si sviluppa a raggiera attorno al nucleo storico, il Ring (“anello”), dal quale si dipartono in maniera perfettamente ordinata i suoi attuali 23 distretti.

La città, fornita di larghi viali alberati inframmezzati di ampie piazze, immediatamente dà al visitatore l’idea dell’ordine e della fierezza del proprio passato di capitale dell’Impero Austro-Ungarico. Con le sue interminabili fila di palazzi imponenti, da ammirare per bellezza, austerità, ordine. Forse anche troppo, cosa che magari la fa apparire un po’ noiosa, vista anche la sobrietà che impronta la vita dei suoi abitanti. Pochi lungo gli enormi viali cittadini, più intenti a riempire le storiche caffetterie dove gustare un caffè lungo e discutere di tutto, oppure affollare le sale dell’opera o dei teatri per assistere ai concerti di musica a base di Mozart e di Strauss.

 

 

 

Non che non ci sia un lato proibito e neanche nascosto nella regale città: quello dei bar, che non corrispondono ai nostri luoghi di ristoro, e sono ben diversi dalle caffetterie di cui sopra. Sono, cioè, case di appuntamento, con gli infissi che nascondono l’interno, e sui quali vi sono esplicite immagini di ragazze disinibite. La prostituzione è legale a Vienna, e le donne impiegate nel settore pagano regolarmente le tasse.

Dalla visita alla regale corte di Maria Teresa d’Asburgo alle stanze della principessa Sissi, vi sentirete proiettati in un mondo prezioso e raffinato, dove vale la massima di Maria Teresa: “Non vi è potere senza sfarzo”. E che la cosa sia vera, lo testimoniano gli ambienti dei suoi palazzi, dove alcune stanze, a parte i ricchi arredi, non avevano nessuna funzione particolare, se non quella di impressionare gli ospiti in transito proprio in quel castello. L’enorme statua della “suocera d’Europa” staziona proprio al centro della zona dei palazzi. Maria Teresa ebbe ben sedici figli dal suo consorte Stefano di Lorena. Undici maschi e cinque femmine, una delle quali, com’è risaputo, perse la testa in Francia.

La Vienna custodisce ed utilizza con generosità il mito degli Asburgo, che conservarono il potere dal 1273 al 1916. L’ultimo esponente fu Francesco Giuseppe, detto “Cecco Beppe”. Rigido conservatore, arroccato nella difesa dei privilegi imperiali, non si accorse che il mondo intorno a lui stava cambiando, e fece sempre di testa sua. Gli unici moti di tenerezza li mostrò sempre nei confronti dell’amatissima moglie Sissi, ovvero Elisabetta di Baviera, per sposare la quale non esitò a scontrarsi con le ire della madre, l’amatissima Sofia di Wittelsbach, Principessa di Baviera, che le avrebbe preferito la sorella Elena.

Francesco Giuseppe (Frenz) e Sissi erano cugini di primo grado. Quando si sposarono lui aveva 24 anni e lei 17. Il loro fu amore a prima vista. Lei sedotta dalla bellezza di lui, lui da quella di lei.

    Il mito di Sissi, per la verità, dopo la sua morte, avvenuta a Ginevra per mano di un anarchico italiano, il 10 settembre 1898, all'età di 60 anni. Fino a quel momento, Elisabetta di Baviera è stata solo la moglie, amatissima, di re Francesco Giuseppe. Che la amerà profondamente per tutta la vita, anche se ci concederà qualche svago sentimentale, che le invierà tenerissimi biglietti, soffrendo delle frequenti lontananze di lei, sempre in viaggio, sempre in giro per il mondo, com'era stato anche nello stile di vita e nel carattere di suo padre.

Pare che quando Sissi arrivò a corte non avesse i denti proprio bianchissimi, per cui fu sottoposta a particolari cure che ne migliorassero l'aspetto. Inoltre il suo aspetto non rientrava nei canoni di bellezza del tempo. Alta 1.74, aveva un vitino da vespa, che conserverà intatto lungo il corso della sua vita. Non amava mangiare, perché doveva avere un fisico sempre in grado di fare sport, in particolare di andare a cavallo, pratica che preferiva a tutte e che la impegnava dalle sei alle otto ore al giorno. Altro modo di occupare il suo tempo era quello di farsi pettinare almeno per due ore i suoi lunghissimi capelli, magari mentre prendeva lezioni di greco. Sissi non mangiava carne, ma usava degli impacchi di carne per curare la pelle e fare in modo, così, che fosse sempre fresca. Aveva però una debolezza per i dolci. Quelli sì. Ecco perché oggi, nelle tante caffetterie della città, una delle specialità tipiche sono i tre dolcini di Sissi, accompagnati da un cappuccino.

 

La storia della principessa Sissi è percorribile all'interno degli Appartamenti imperiali, con il Museo di Sissi e delle Argenterie (tra le quali si trovano le posate solo a lei destinate per i pasti della giornata). La visita agli appartamenti imperiali dà modo di entrare in ogni aspetto della quotidianità della coppia regale e dell'intenso lavoro che interessava la persona di Francesco Giuseppe. Costui era già in piedi alle quattro e trenta del mattino. Faceva la sua colazione, seguiva la messa, poi si metteva al lavoro alla sua scrivania. Due volte alla settimana riceveva gli ospiti in udienza. La quale era molto breve, dal momento che durava pochi minuti. E' stato calcolato che nel corso del suo lungo regno, Francesco Giuseppe abbia tenuto almento centoventimila udienze. Ma tutto ciò si potrà scoprire almeno dopo avere fatto un giro cominciando dal celebre Ring, osservando la meraviglia e l'austerità delle facciate di celebri monumenti: il museo di Storia dell'Arte e delle Scienze Naturali, la Piazza degli Eroi, il Parlamento, il Municipio, il Teatro Nazionale.

Una delle prime tappe è senz'altro la cattedrale di Santo Stefano, un altro emblema della città, con la sua torre altissima ed il tetto composto di 260mila maioliche colorate. Ed ancora il Graben, la colonna della peste, il Kohlmarkt e piazza San Michele. Per poi cenare a Grinzing, accompagnando l'ottima carne e la fantasia di verdure con la musica di bravissimi musicisti, i quali vivono delle offerte degli avventori. Il quartiere Grinzing, lontano dal centro cittadino, è composto di case più modeste, dai tetti bassi e senza i palazzi imponenti della Belle Epoque. Per cui qui sembra di essere davvero in un altro mondo. Un mondo caldo, accogliente, dalla dimensione più dimessa ma dall'atmosfera quasi fatata.

 

  Poi andiamo nella zona della Uno City, alla casa Hundertwasser ed all'interno del Belvedere.

Il primo (il VIC) è il complesso di edifici che ospita varie organizzazioni delle Nazioni Unite. La seconda è un caratteristico e colorato complesso di case popolari costruite nel 1986 a dall'architetto e artista Friedensreich Hundertwasser, destinate alle persone meno abbienti della città e costruite secondo criteri ecologici. I 50 appartamenti hanno le facciate dipinte da ceramiche colorate, non presentano spigoli vivi, ogni famiglia si indentifica per il colore della facciate e su ogni terrazza è presente un giardino con degli alberi. Il Belvedere, infine, contiene tele famose di Klimt, Van Gogh, Renoir. Oltre al famoso "Bacio" di Klimt, sarà possibile contemplare volti di donna dalla precisione fotografica e dalla bellezza seducente, mentre una guida vi spiegherà che Klimt conosceva tutti i segreti della pittura accademica.

 

E come dimenticare la visita al Castello di Schönbrunn? Gli Asburgo lo utilizzavano come residenza estiva. Di eleganza veramente imperiale e dotato di un immenso parco, Schönbrunn, la Versailles viennese, è oggi patrimonio mondiale dell'umanità (precisamente dal 1996). Senza dubbio una delle maggiori attrazioni culturali di tutta l'Austria. Per la verità Sissi non lo amava molto. Fatto sta che oggi, per i suoi vasti parchi ed i suoi caffè, esso è oggi diventato uno degli spazi ricreativi più apprezzati dai viennesi. Il giardino imperiale fu aperto al pubblico da Maria Teresa d'Austria nel 1779. Pare che qui la grande regina osservasse un rituale meno rigido che ad Hofburg. Con Maria Teresa l'ex tenuta di caccia inizia a vivere la sua epoca di splendore. Le oltre mille stanze del castello dovevano alloggiare la corte al completo e la numerosa prole della coppia imperiale. Vi si davano feste sontuose e passeggiate in barroccio, dette "Pirutschaden"). All'età di soli sei anni Mozart si esibì a Schönbrunn al cospetto dell'imperatrice. Si racconta che al termine dell'esibizione si arrampicò sul grembo di Maria Teresa per darle un bacio. Nel 1747 la stessa imperatrice fece inaugurare a Schönbrunn il Teatro del Castello. La sovrana confessò all'intendente che gli spettacoli erano necessari per poter abitare in una residenza così grande e fuori città. Maria Teresa e Francesco I erano appassionati di commedia francese e opera italiana ed il programma prevedeva inoltre delle recite tenute dai figli della coppia regale. Qui, tuttavia, si svolgevano anche importanti colloqui politici. Il principe Kaunitz, cancelliere di Stato, e principale consigliere della regina, seguiva i colloqui di costei con alti dignitari, mentre nel Gabinetto cinese si trovava la famosa "tavola della cospirazione". Un impianto di sollevamento portava su, dalla stanza sottostante, una tavola già apparecchiata, in modo che i colloqui segreti si svolgessero nella più assoluta discrezione, lontano dagli occhi della servitù e di eventuali spie. Di notevole interesse, a Schönbrunn, è la serra delle palme, che occupa quello che era l'antico giardino botanico voluto da Francesco I di Lorena.

 

Ma di attrazioni la città di Vienna è piena. Qui ci limitiamo a ricordare il negozio di Swarovski, nel cuore di Vienna, ed il Prater, 600 ettari di verde su cui spicca la famosa Ruota panoramica, simbolo della città.

Per quanto riguarda la cucina viennese, non si può andar via senza aver assaggiato il classico strudel (sfoglia alle mele o al formaggio bianco), che di origine è, però, ungherese. Vi sono specialità come le Powidltasherln, fagottini di pasta di patate, farciti di marmellata di susine; le Buchteln, pagnottine ripiene di confettura di prugne, servite con salsa alla vaniglia, di origine boema; i Faschingskrapfen, bomboloni fritti ripieni preparati a carnevale, veneti. Francesco Giuseppe adorava il Tafelspitz, cioè il bollito di manzo accompagnato da salsa cipollina, patate saltate e rafano. Tra le carni da ricordare anche la famosa cotoletta viennese a base di vitello, o maiale o tacchino. Per i dolci va ricordato il Kaiserschmann, o stracciata imperiale: frittelle dolci con uva passa, cosparse di zucchero a velo.

 

Tra novembre e dicembre 2016