Lucia Gangale
G i o r n a l i s t a

Fondatore e Direttore scientifico della rivista Reportages Storia e Società

 


TRANI, CITTA' DELLA PIETRA

La città sembra essere idealmente chiusa, e abbracciata, dai suoi due monumenti religiosi più rappresentativi: la Cattedrale, in zona porto, ed il monastero di Santa Maria di Colonna, sulla penisoletta omonima. La lunghissima Via avv. Malcangi l'attraversa proprio a metà, separando la parte storica da quella residenziale. Dal 2009 fa parte della provincia di BT (Barletta, Andria, Trani). Città di nobile aspetto, è magnifica espressione dell'architettura romanica pugliese (XI-XIII sec.), in modo particolare proprio nella cattedrale dedicata a San Nicola Pellegrino. Ciò che colpisce, nella zona storica a picco sul mare, a parte il bianco per il quale la città è famosa, direi la linea squadrata che caratterizza i suoi tanti palazzi. Una linea che non dà l'impressione di fredda austerità, ma nemmeno quella degli eccessi baroccheggianti. L'equilibrio e la forma sembrano dominare su tutto, creando un effetto di quasi soave armonia, che fa sì che il paesaggio umano e quello marittimo si completino a vicenda. Il mare è bellissimo. Dal fondo limpido e dall'azzurro intenso. Vi si trova molta ghiaia, e molti piccoli pesci qui chiamati le "agostinelle".

Naturalmente è d'obbligo fare una tappa alla cattedrale romanica. Durante le celebrazioni le visite turistiche sono sospese. Capito durante la celebrazione di un matrimonio, e dalla sottostante cripta di San Nicola mi accade di ascoltare un organo e le voci diun coro paradisiaco. La lunga navata centrale, con gli archi laterali, offre un colpo d'occhio suggestivo ed invoglia alla preghiera.

Se capitate la sera di un 10 agosto, come è successo a me, vi sembrerà che intorno alla cattedrale ed alla zona storica si sia riversata tutta la Puglia. L'occasione è data dai Calici di San Lorenzo, rassegna nella quale si mangia, si beve, si balla, al chiarore della luna (nel mio caso piena) che si eleva sulla città e si specchia nelle acque del mare.

E poi, il poderoso e squadrato Castello fatto erigere da Federico II di Svevia a partire dal 1230. C'è un muto dialogo tra la cattedrale, il castello ed il mare, qui nella zona storica di Trani. Il Castello, ricco di simboli esoterici e, secondo alcuni, posizionato in maniera strategica rispetto ai venti marittimi, era la residenza prediletta di Manfredi, che qui sposò Elena Comneno figlia del re dell'Epiro (1242 – Nocera Inferiore, 14 marzo 1271). Dopo la morte del marito nella Battaglia di Benevento (26 febbraio 1266), Elena fu tradita e consegnata dal castellano a Carlo I d'Angiò, insieme ai quattro figli avuti da Manfredi. L'Enciclopedia Treccani scrive: "Dei quattro figli che E. aveva avuto da Manfredi solo la primogenita, Beatrice, venne liberata nel 1284, dopo lunghi anni di detenzione nel Castel dell'Ovo. Condotta in Sicilia presso la sorellastra Costanza, divenuta intanto regina dell'isola, andò sposa qualche tempo dopo al marchese Manfredi di Saluzzo, non senza aver prima dovuto rinunziare ufficialmente ad ogni suo diritto sul Regno di Sicilia".

Sempre in zona storica, nei pressi della Cattedrale, si trova il Palazzo Lodispoto, Museo Diocesano della macchina da scrivere. Fu inaugurato nel 1975 per volontà dell'Arcivescovo Giuseppe Carata, per la verità prima presso il Palazzo Addazzi (ex Seminario Arcivescovile) e poi, appunto, allargando la collezione alle stanze del Palazzo Lodispoto. In quest'ultimo si trova una sala congressi di 160 posti, una "Corte" con spettacolare vista su Piazza Duomo e, tra i due spazi, la Caffetteria del Museo. La Fondazione S.E.C.A. che gestisce il Museo, ha voluto dedicare un intero settore ad Adriano Olivetti, a partire dalla prima macchina da scrivere creata dal padre Camillo.

Fate anche un giro presso la grande Villa Comunale, sempre in zona porta, e quindi con vista sul mare e sui due fari che sono in fondo alla banchina. Troverete verde, frescura, pace, ristoro e delizie per il palato.

Reportages   Gangale

17 agosto 2017