Reportages 2004 - Buona lettura

 

Donne in provincia

 

Sportello Donna: una realtà concreta

nel mondo del volontariato sannita

di Lucia Gangale

 

Sede: Viale Mellusi 66, presso la Croce Rossa Italiana di Benevento

Soggetto gestore: sezione femminile della C.R.I.

Data di nascita: 1° ottobre 2003

Tel.: 0824. 357213

Servizi: ambulatorio delle infermiere volontarie; distribuzione di viveri e vestiario alle donne indigenti; centro di ascolto e supporto psicologico per problemi familiari, sociali, esistenziali. I servizi offerti sono gratuiti.

Risorse umane: sociologa, volontari, medici, insegnanti, animatori, assistente sociale, sacerdote

 

 

 

 

 

 

     

 

 

 

 

 

    Il 2003 è stato, per la città di Benevento, un anno "rosa", per la quantità e qualità di iniziative ed interventi rivolti alle tematiche sociali femminili. L’anno trascorso ha visto la nascita di due Centri per l’Occupabilità Femminile, del Comune e della Provincia, rivolti ad incrementare l’occupazione delle donne tramite interventi mirati. E’ stato anche istituito l’ufficio di Consigliera di Parità ed ha preso il via il Forum delle Amministratrici.

Ad un altro livello, quello del Volontariato, vi è stata l’attivazione, a partire dallo scorso 1° ottobre, dello "Sportello Donna", che ha sede nel Centro Servizi del Volontariato "Suor Floriana Tirelli", in Viale Mellusi 66.

     Quella del Volontariato è una realtà spesso misconosciuta e poco valutata nella sua reale portata. E’ però una realtà molto presente ed attiva nella nostra provincia, a tutti i livelli.

Ne abbiamo discusso in un in un interessante colloquio con la dottoressa Antonella Girolamo Tarantino, vice Commissario provinciale Croce Rossa Italiana. Incontriamo la dottoressa presso lo studio radiologico e diagnostico di famiglia, dove lei ricopre il ruolo di responsabile amministrativa: "Proprio adesso -dice- stavo scrivendo una relazione che riguarda le attività dello Sportello".

 

Qual è il genere di utenza che si rivolge a voi?

Donne indigenti. Donne con ogni genere di difficoltà. Guardi, noi distribuiamo i viveri della CEE. Inoltre le infermiere volontarie offrono un supporto per tutta una serie di settori specialistici. C’è gente che viene da noi a misurare la pressione o anche per il prelievo del sangue. Ci sono donne anziane che vengono perché possono farsi fare gratuitamente le iniezioni. Magari non hanno nessun altro a cui rivolgersi.

E poi donne con difficoltà familiari, sociali… Tutte queste persone non vanno dal politico, vengono da noi per avere un’assistenza, per far fronte ai tanti problemi che le affliggono.

 

Allora la povertà è un dato ben presente nella nostra città?

Sì… più di quanto si creda. C’è una povertà diffusa. Ci sono famiglie poverissime. Io conosco situazioni di povertà storica, famiglie in cui è stato povero il nonno, gli zii, i parenti…

Una volta c’era una disciplina che si insegnava alle donne, lei non la può ricordare perché è giovane, ma ai miei tempi si insegnava l’economia domestica. Ecco -continua con passione la dott.ssa Tarantino- io ho intenzione di fare dei corsi su questa materia perché, le dico, quando entriamo nelle case di queste donne in difficoltà vediamo che non hanno neppure imparato a sistemare i generi di prima necessità negli scaffali, è tutto alla rinfusa, anche sul pavimento. Sono donne che si lasciano andare. Dicono "tanto questa è la mia vita".

Da noi vengono -io vorrei avere più tempo per parlare di queste cose, perché mi piacerebbe che

la realtà del volontariato e quello che il nostro Sportello fa fosse conosciuto meglio- vengono ragazzine di 14 anni, incinte.

Noi prepariamo anche il corredino a questi bambini, guardi le faccio vedere (mi mostra un fascicolo dalla copertina colorata, è l’elenco dei corredino per neonati preparati per i figli di ragazze madri). Noi seguiamo queste donne anche nella fase dell’allattamento, e così via.

 

Si potrebbero localizzare le aree della povertà nella città di Benevento? Voglio dire: ci sono zone più a rischio di altre, come le Palazzine, tanto per fare un esempio?

La povertà è dovunque, chi fa il volontariato lo sa bene, non è solo qualcosa che riguarda le Palazzine, dove si sa che è così, o Santa Colomba, dove pure si sa che è così: sapesse la povertà che esiste nel centro della nostra città.

 

Come finanziate le vostre attività a favore dei ceti disagiati?

Ci basiamo sull’autofinanzia- mento. Organizziamo spettacoli teatrali, oppure vendiamo piantine per beneficenza. E con queste attività riusciamo ad acquistare i corredino e ad affrontare le spese per venire incontro alle necessità materiali di queste donne.

Da noi, comunque, vengono anche uomini.

 

Come è organizzata l’attività dello Sportello?

Ci sono 37 infermiere volontarie che si alternano a turno, due al giorno. Bisogna sapere che l’attività della Croce Rossa di Benevento è organizzata in quattro compjenti: 1) le infermiere volontarie; 2) il Comitato Femminile; 3) i Volontari del Soccorso; 4) i Pionieri, che sono il corpo più giovane, che si occupa di problematiche giovanili, per iscriversi al quale bisogna avere 14 anni e non più di 18.

 

Nel corso della nostra chiacchierata la dott.ssa Tarantino ci fornisce del materiale che illustra nel dettaglio le attività dello Sportello, nonché una scheda conoscitiva sulla condizione ed i bisogni primari dell’utenza femminile della Croce Rossa Italiana. La scheda è elaborata insieme alla sociologa Giusy Russo, di Benevento. Dall’indagine, effettuata su un campione di 100 donne, emerge che l’utenza è composta da donne residenti per la gran parte a Benevento (86%) ed in piccola parte in provincia (14%); l’età è la più varia, la condizione lavorativa è precaria o inesistente. I mariti delle intervistate hanno un lavoro saltuario e quasi sempre a nero oppure sono disoccupati (solo il 9% ha un lavoro stabile). Il reddito familiare di queste donne è fino a 450 euro (49%) oppure è pari a zero (51%). La totalità delle intervistate non ha casa di proprietà. I bisogni di queste donne e delle loro famiglie riguardano i generi alimentari (52%), il vestiario (15%), la consulenza sociale (altro 15%), il lavoro stabile (14%) e la casa di proprietà (4%).

 

 

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