Reportages 2005 - Buona lettura

   

Scoperto a Londra un barattolino con una crema 

di bellezza usata dalle antiche matrone romane

                                                           di ANNAMARIA GANGALE


   Dal lavoro di scavo di un tempio romano a Londra e più precisamente a TABARD SQUARE, complesso religioso tra i più importanti della Gran Bretagna, è venuto alla luce un barattolino di stagno che misura circa 6 centimetri per 5, la fattura del barattolo è elaborata, il tappo combacia perfettamente ed è a prova d’acqua.
   Il minuscolo scrigno contiene al suo interno una crema cosmetica dalla formula piuttosto elaborata, chi l’ha preparata forse non ne capiva fino in fondo di legami chimici, ma sicuramente sapeva come combinare le sostanze.
   La crema è composta per il quaranta per cento da grassi animali, probabilmente di pecora o di mucca, che servivano come base per il belletto, per il quaranta per cento da amido e per il resto da ossido di stagno, una sostanza innocua per la pelle e che non crea problemi dermatologici.
   Il contenitore, risalente al II secolo dopo Cristo, è giunto intatto fino ai nostri giorni perché si trovava in un fosso pieno d’acqua, coperto da ossi di legno e spessi strati di fango.
Il reperto ha un enorme valore perché è l’unico di questo tipo arrivato dall’antica Roma fino a noi in condizioni così buone: la confezione è intatta e nella crema ci sono le impronte digitali, una cosa rarissima!
   La donna che lo ha usato doveva appartenere ad una classe elevata, perché lo stagno usato per il barattolino ha un metallo prezioso a quei tempi. Questa preziosa chicca dell’universo femminile romano non si sa se è una specie di fondotinta o una crema nutriente, ma gli scienziati che hanno analizzato il composto ritengono che la crema bianchiccia fosse usata dalle signore dell’aristocrazia romana come fondotinta, perché al tempo la carnagione molto chiara era considerata più bella ed era, inoltre, un particolare, insieme a tanti altri, che le distingueva dalle donne di bassa condizione e dalle schiave.
   Fino ad ora era risaputo che le matrone romane usassero largamente il latte d’asina come preparato di bellezza, ma si trattava di rimedi casalinghi. Ora, invece, la crema trovata a Londra svela che c’erano forse anche nella lontana colonia dei laboratori specializzati per soddisfare la vanità femminile.

 

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